Novartis, la multinazionale farmaceutica svizzera, è accusata di aver corrotto decine di migliaia di medici pur di fare prescrivere i propri prodotti. E così pazienti inconsapevoli e perfettamente sani sarebbero stati sottoposti a cure del tutto inutili. Coinvolti anche ministri e alti funzionari dello Stato, con l’accusa di essere stati al libro paga della multinazionale per omologare in Grecia nuovi farmaci a prezzi proibitivi.
L’indagine è stata avviata dall’Fbi nel 2016 grazie alla collaborazione di informatori della sede greca.

I tre ex manager, che si autoaccusano di corruzione nei confronti di medici e funzionari di Stato, hanno affidato ai giornalisti della tv pubblica svizzera Maria Roselli e Marco Tagliabue, il racconto dettagliato delle pratiche illecite a loro dire utilizzate da Novartis per conquistare nuove fette di mercato in Grecia ed avanzare nel giro di pochi anni dal quinto al primo posto in classifica.
I tre whistleblower, la cui identità per motivi di sicurezza deve restare nascosta, l’esistenza di veri e propri “programmi di corruzione” camuffati da normali progetti di marketing, in parte finanziati direttamente dalla sede centrale di Basilea in Svizzera. L’inchiesta delle autorità americane si è conclusa nell’estate 2019. Spetta ora a Novartis decidere se affrontare un processo o puntare ad un accordo.
E’ importante sottolineare che la prassi adottata in Grecia è una pratica applicata sostanzialmente a tutti i paesi in cui i consumi di sostanze chimico-farmaceutiche devono risultare in costante crescita. Le quotazioni di borsa richiedono necessità speculative e i profitti di queste società devono registrare un surplus sempre maggiore. DUNQUE promuovere i consumi di farmaci una necessità vitale per queste realtà industriali.
Cosa c’entra questo depravato sistema con la nostra salute?
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