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ATTIVITA' FISICA E MALATTIA

Aggiornamento: 3 ott 2019

Nascimben Andrea





La relazione positiva tra attività fisica e prevenzione delle più diffuse malattie (oncologiche, dismetaboliche, cardiovascolari) è oramai cosa certa e definita. Si tratta di capire quale e quanta attività fisica si debba svolgere per avere il massimo degli effetti positivi, evitando condizioni di sovrallenamento ed incorrere in condizioni di affaticamento generale.



Un importante studio di meta-analisi apparso sul British Medical Journal, in cui sono stati considerati 170 lavori scientifici, effettuati negli Stati Uniti, in Cina, in Ghana, in India, Russia e Sud Africa, relativi ad oltre 30 anni di osservazione complessiva, ha dimostrato la relazione esistente tra quantità di attività fisica e riduzione del rischio di ammalarsi (Kyu HH et al, BMJ. 2016 Aug 9;354:i3857. doi: 10.1136/bmj.i3857).



L'unità di misura che oggi si utilizza per definire lo sforzo fisico è il MET (Metabolic Equivalent of Task). Si spende o si consuma 1 MET/minuto quando si sta a riposo seduti.

Ogni attività fisica ha il suo livello di consumo, e ad esempio, chi corre una maratona a livello del record del mondo, consuma circa 23 MET al minuto e alla fine degli oltre 42 km percorsi avrà speso 23x180 (i minuti complessivi di durata della competizione) per un totale di circa 3800 MET in circa 3 ore.


Camminare alla velocità di 5 km/h (camminata tranquilla) fa consumare circa 4 MET al minuto, pedalare in bicicletta ad una velocità di 15/20 km/h, fa consumare 4-5 met, che incrementa se aumentiamo la velocità. Il jogging a 7-8 km/h, consuma 7 MET e quello più intenso dagli 8 ai 10 MET

L' attività intensa con i pesi richiede anche 10-12 MET al minuto. Anche fare le pulizie o il giardinaggio per mezz'ora si consumano intorno ai 6-8 Met minuto.


Numerosi sono gli studi scientifici che hanno dimostrato che livelli di attività più intensa garantiscono la maggiore riduzione del rischio di ammalarsi (malattia cardiovascolari, diabete, tumori).


Nella prevenzione antitumorale si suggeriscono valori di attività fisica tra i 3000 e i 4000 MET alla settimana (60 minuti di camminata svelta al giorno x 7 giorni) , anche se un risultato lo si riscontra comunque anche con livelli intorno ai 2000-2500 MET. Sotto ai 600 MET/settimana non si ha nessun risultato, garantendo solo il 2% di riduzione del rischio.


Valori di 2500-3000 MET/settimana portano già a una riduzione di rischio compreso tra il 21% al 25% per le diverse malattie studiate (malattie cardiovascolari, diabete, tumori), l'incremento dello sforzo a valori molto elevati, 8000-12000 MET/settimana, riduce ulteriormente il profilo di rischio ma di poco (0,5%-2%) rispetto a quanto già ottenuto nella fascia di MT precedente.

Significa che il maggior beneficio si ottiene svolgendo regolarmente 1 ora circa di attività fisica moderata (camminata veloce o jogging) con integrazione di alcune ripetute o serie di lavoro impegnativo (miglioramento emato-chimico , cardiovascolare, metabolico).


Quest’evidenze, prendono però in esame pazienti mediamente giovani sotto i 55 anni. L’età è però un fattore di cui bisogna tener conto, poiché le condizioni ossidative negli anziani sono maggiori e il recupero post allenamento molto più lungo. Chi è sottoposto a terapie chimico-farmaceutiche è maggiormente ossidato e i livelli di vitalità generale mediamente inferiori rispetto a chi non è sottoposto a queste sostanze.


Usare la bicicletta al posto dell'auto, camminare il più possibile e trasformare alcune occasioni di movimento in efficaci strumenti di prevenzione, semplicemente aumentando l'intensità o la durata del movimento, possono contribuire a ridurre fortemente il rischio complessivo di malattia.


Già dal 2007 però, il World Cancer Research Fund, e l'American Institute for Cancer Research (il più grande istituto di ricerca sul cancro americano) aveva segnalato che sia per la prevenzione che durante la terapia antitumorale, ridurre la massa grassa e svolgere regolare attività fisica migliora notevolmente la prognosi.


Alimentazione e attività fisica, sono sempre più integrate anche all'interno delle terapie oncologiche.

Questo dovrebbe farci capire, quanto sia non solo importante, ma assolutamente indispensabile se si vuole fare la vera prevenzione e una efficacie terapia di contrasto antitumorale.

Ci auguriamo che anche il medico , inizi a prescrivere la terapia motoria alla stregua di qualsiasi altra terapia, ed anzi che rappresenti la scelta elettiva, in quanto vera ed unica soluzione efficacie e priva di effetti collaterali.


Dunque, non esagerate con i carichi e Buon allenamento a tutti!



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