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CONFLITTI di INTERESSI. Parte 1

Nascimben Andrea






Con questo e i successivi POST cercherò di trattare un argomento scottante che riguarda purtroppo diversi ambiti della vita pubblica, ma che purtroppo non esclude il mondo della ricerca: stiamo parlando dei conflitti di interessi che coinvolgono esponenti del mondo accademico e della ricerca con l’industria sponsorizzatrice.


Ritengo che il livello di importanza di questo conflitto, debba essere considerato superiore rispetto ad altri, perché qui vi è in gioco la salute della collettività.

L’Istituto Superiore di Sanità in un suo documento, solleva il problema del Conflitti di Interesse, che in sintesi coinvolge:



1-gli editorialisti delle riviste scientifiche ( Angell M. Is academic medicine for sale? N Engl J Med 2000;342:1516-8) e negli interventi degli esperti attraverso la carta stampata, che in molti casi non sono nemmeno scritti dall’autore che li firma, bensì dalla stessa farmaceutica che ha commissionato la scrittura dell’articolo, i così detti gosth writers (Mandeville KL, O’Neill S, Brighouse A, Walker A, YarrowK, Chan K. Academics and competing interests in H1N1 influenza media reporting. J Epidemiol Community Health 2014;68:197-203)




Secondo il parere di un esperto nel mondo della ricerca il dott. Smith ( https://en.wikipedia.org/wiki/Richard_Smith_(editor) , medico inglese, direttore per 25 anni della prestigiosa rivista medico-scientifica BMJ (British Medical Journal , “Le riviste di medicina costituiscono un’estensione del braccio del marketing delle compagnie farmaceutiche, per le quali la pubblicazione di uno studio favorevole vale piu' di migliaia di inserzioni pubblicitarie. Le case farmaceutiche cercano infatti di pubblicare solo gli esiti positivi delle ricerche che finanziano (statisticamente pubblicano entro i primi due anni, il 32,4% ed un altro 10-12% entro i 4 anni, di cui il 74% hanno esito positivo) , perche' uno studio favorevole che appare su una rivista prestigiosa assicura loro un’enorme fonte di pubblicita'. Infatti l’articolo viene distribuito dalla casa farmaceutica ai medici di tutto il mondo e pubblicato spesso su più riviste scientifiche, nel tentativo di convincerli della qualità del "prodotto" di cui si parla nello studio, sfruttando l’autorevolezza di cui la rivista gode presso la comunita' scientifica”.


L’effetto che pratica ha, oltre ad indurre i medici a pensare che un farmaco sia piu' efficace di quanto non lo sia realmente, e' quello di distorcere profondamente la letteratura medica, creando dati artefatti e rindondanti ( avolte gli stessi studi vengono pubblicata con titoli diversi su altre riviste).




EFFETTI DRAMMATICI

Questa pratica, può generare distorsioni dei dati, arrivando a produrre Revisioni sistematiche della letteratura fortemente alterate. Questo ha senz’altro un peso rilevante nelle linee guida che basano le loro conclusioni sulla revisione sistematica della letteratura scientifica

Le componenti delle commissioni per la stesure delle Linee Guida cliniche, che spesso sono sempre gli stessi ESPERTI che collaborano attraverso vari rapporti, con le stesse case farmaceutiche, come ‒ onorario per parlare a simposi, ‒ supporto per programmi di formazione, ‒ fondi di ricerca forniti agli stessi esperti, -retribuzioni per articoli scritti per l’industria e così via (Neuman J, Korenstein D, Ross JS, Salomeh K. Prevalence of financial conflicts of interest among panel members producing clinical practice guidelines in Canada and United States: cross sectional study. BMJ 2011;343:d5621.doi: 10.1136/bmj.d5621. Choudhry NK, Stelfox HT, Detsky AS. Relationships between authors of clinical practice guidelines and the pharmaceutical industry. JAMA 2002;7:612-61). (vedi anche inaffidabilità delle linee guida mediche).


“Per redigere le linee guida, come svolgere le attività di ricerca, le istituzioni scientifiche hanno bisogno di finanziamenti che non sempre possono essere ottenuti senza compromessi. Cosi può accadere che accettino contratti che lasciano all’industria ampia facoltà di utilizzo dei dati scientifici raccolti”. Prof. Gessa (ospedale di Cagliari)

Dopo tutto se si ammette che l’industria e le istituzioni culturali e scientifiche tendono a reclutare come esperti gli studiosi più prestigiosi ne consegue che maggiore è l’importanza della prestazione culturale richiesta e più è probabile che l’esperto abbia relazioni finanziarie con l’industria. (Relman AS. Economic incentives in clinical investigation. N Engl J Med 1989;320:933-4. Drazen JM, Koski G. To protect those who serve. N Engl J Med 2000;343:1643-4 )


FORSE è il caso di porre una seria riflessione che vada un pò oltre la pilotata Dis-informazione televisiva

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