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PROBIOTICI:Bifidobacterium, Lactobacilus

Aggiornamento: 28 set 2020

Articolo tratto da letteratura pubblicata da parte dell'autore Nascimben Andrea






Definizione di Probiotici


Nel 1965 Lilly and Stillwell utilizzarono per la prima volta il termine probiotici per descrivere "sostanze secrete da un organismo, in grado di stimolare la crescita di un altro".

Affinché possa essere definito probiotico, un batterio deve possedere un certo numero di caratteristiche e proprietà specifiche:

- dev'essere normalmente presente nel nostro intestino;

- deve resistere all'azione digestiva di succo gastrico, enzimi intestinali e sali biliari;

- dev'essere in grado di aderire alle cellule intestinali legandosi ai recettori specifici;

- deve essere antagonista nei confronti di microrganismi patogeni

( i Pre-biotico sono invece contenuti negli alimenti, come gli oligosaccaridi non digeribili che, presenti nelle fibre alimentari, influenzano positivamente la crescita e l'attività di alcune specie di batteri benefici presenti nel colon)




Il microbioma e i probiotici

L’incremento nel microbiota intestinale di alcune specie batteriche considerate “favorevoli” alla salute dell’organismo, è correlato con una riduzione dell'incidenza e severità di una serie di disordini a carico del tratto gastrointestinale.


Secondo la definizione ufficiale di OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) (1), i probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite” (gli Ospiti siamo noi)


Le specie batteriche con caratteristiche probiotiche ( ovvero in favore della vita) riconosciute secondo i criteri sopra esposti comprendono alcuni ceppi di Lactobacillus, di Bifidobacterium e di Streptococcus, mentre il solo lievito probiotico usato attualmente è il Saccharomyces Boulardii.


I probiotici esercitano un effetto di regolazione sulla barriera epiteliale in modi diversi; con un’azione diretta sull’epitelio intestinale, il probiotico aumenta la sintesi e la secrezione della mucina da parte delle cellule caliciformi e direttamente sulle cellule dell'immunità.




Il probiotico migliora la stabilità delle tight-junction (TJ), ovvero le giunzioni strette che troviamo tra una cellula e l'altra a livello intestinale.

Questo avviene attraverso la maggior espressione di queste proteine da parte dell'enterocita, con riduzione della permeabilità epiteliale agli agenti patogeni.

Sempre i batteri benefici, grazie alla competizione recettoriale sull'epitelio con batteri i patogeni, determina una sooto regolazione (down-regulation) dell’espressione di geni che codificano per citochine ad azione pro-infiammatoria. (2,3)


I probiotici rappresentano un approccio terapeutico-nutrizionale economico, sicuro, esente da effetti collaterali negativi a breve e lungo termine e di sperimentata efficacia nel trattamento di malattie immunologiche, digestive e respiratorie (4,5).





Quest'attività viene espletata a vari livelli, riassumibili nei seguenti punti:


A- Competizione per i substrati energetici e per i siti di adesione alle pareti intestinali. I microrganismi probiotici competono con quelli dannosi sottraendo il loro nutrimento ed occupando i possibili siti di adesione alle pareti intestinali.



B- Diminuzione del pH fecale, acidificando l'ambiente intestinale. La fermentazione operata dai probiotici, in modo particolare da quelli appartenenti al genere Bifidobacterium, produce acido lattico e acidi grassi a corta catena (soprattutto propionico e butrirrico) che, in virtù della loro acidità, creano condizioni ambientali favorevoli per la crescita dei simbionti, ed ostili per la proliferazione dei patogeni (potenziali) e dei loro metaboliti tossici (che preferiscono un clima alcalino per la putrefazione delle proteine).


I metaboliti prodotti dalle specie anaerobie che compiono prevalentemente la putrefazione delle proteine, favoriscono l'infiammazione della mucosa e ne alterano la permeabilità, con ripercussioni negative sulla salute dell'intero organismo, tra questi metaboliti tossici ricordiamo:

Ammoniaca, composti solforati, le poliAmmine (putrescina, cadaverina) composti fenolici ( indolo, scatolo, cresolo), Nitrosamina, Acidi biliari secondari (potenti promotori del cancro al colon).


E’ importante sottolineare che l'attività di acidificazione dell’ambiente endo luminale dell’intestino deve essere effettuata dalla fermentazione dei carboidrati non digeribili (oligosaccaridi e polisaccaridi come le fibre) e non dalla fermentazione del glucosio che non genera la sintesi di SCFA, diventando un substrato rapido per estrarre il carbonio che necessita.





C- Produzione di molecole nutrienti per le cellule intestinali e per l’organismo. Gli acidi grassi a corta catena (in particolar modo il butirrico), sono un ottimo nutrimento per le cellule dell'intestino , inoltre migliorano il trofismo delle mucose.

Agli acidi grassi a corta catena, prodotti dai probiotici, vengono attribuite anche funzioni protettive contro le malattie infiammatorie intestinali. L'acido butirrico, oltre a ridurre la proliferazione di patogeni e ad avere proprietà antiputrefattive, sembra possedere un effetto protettivo rispetto allo sviluppo del carcinoma intestinale, in quanto stimola le cascate enzimatiche inibitorie della proliferazione.


La fermentazione della fibra alimentare, operata dai probiotici, origina anche alcune vitamine utili per l'organismo, in primis il complesso della vitamina B, mentre la Vitamina K2, necessita, come substrato, gli acidi biliari.




La funzione del microbioma, la si puo' riassumere così come di seguito:


Riduzione del pH intraluminale, Secrezione di batteriocine, Competizione con patogeni sui recettori per l'adesione epiteliale, Aumento della sintesi e secrezione di IgA nello spazio endoluminale, Stimolazione della secrezione di muco da parte delle cellule mucipare, aumento della produzione di SCFA (acidi grassi a corta catena) , Stabilizzazione delle tight junctions per competizione con batteri patogeni, Aumento della sintesi di citochine antinfiammatorie da parte dell'epitelio, Riduzione della sintesi di citochine proinfiammatorie, riduzione dell’attività putrefattiva dei patogeni, riduzione della trasformazione degli acidi biliari primari in secondari, riduzione delle attività proliferative degli enterociti ( grazie a SCFA).





Efficacia terapeutica: qualche dettaglio


L’efficacia terapeutica dei probiotici è stata valutata in numerosi studi clinici randomizzati e controllati per diverse patologie del tratto gastro intestinale (GIT), sia in ambito pediatrico che nell’adulto.


Recenti dati clinici dimostrano che ceppi di Bifidobacterium e Lactobacillus non sono ugualmente efficaci nel trattamento della stessa patologia, perchè ciascuno di essi può avere diversi meccanismi di azione e in secondo luogo anche la diversità delle caratteristiche dell’organismo ospite, possono determinare una differente risposta organica.


Una cosa che si puà verosimilmente ipotizzare che entrambe le specie forniscono un effetto benefico alla nostra salute ( seppur con sfumature ed impicazioni differenti).


Per esempio ceppi diversi di Bifidobacterium mostrano un’efficacia superiore nel controllo dei sintomi nei pazienti sia con IBD che con IBS, stimolando le cellule infraepiteliali T a rilasciare citochine ad azione antinfiammatoria più intensa (6, 7),


mentre Lactobacillus mostra un’azione molto più spiccata in ambito immunologico, migliorando la tolleranza alimentare di alcuni antigeni alimentari e riducendo i fenomeni di allergia (8, 9).


Le attuali conoscenze sul microbiota intestinale dimostrano che non è “un organo silenzioso” o semplicemente un insieme di microrganismi ospiti, bensì un importante organo attivo ed estremamente importante sul piano immunologico e metabolico generale (10) , fornendo, probabilmente, un'incidenza anche in ambito endocrino e nervoso.


Iniziare a nutrirsi in modo virtuoso e rispettoso del nostro Codice Genetico, non è

MAI TROPPO TARDI.




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Bibliografia

1 Szajewska H, Mrukowicz J., Meta-analysis: non-pathogenic yeast Saccharomyces boulardii in the prevention of antibiotic-associated diarrhoea, in Aliment Pharmacol Ther, vol. 22, nº 5, 1º settembre 2005, pp. 365–72, DOI:10.1111/j.1365-2036.2005.02624.x, PMID 16128673.

2 Szajewska H, Ruszczyński M, Radzikowski A., Probiotics in the prevention of antibiotic-associated diarrhea in children: a meta-analysis of randomized controlled trials, in J Pediatr, vol. 149, nº 3, settembre 2006, pp. 367–372, DOI:10.1016/j.jpeds.2006.04.053, PMID 16939749.

3 a b Sazawal S, Hiremath G, Dhingra U, Malik P, Deb S, Black RE., Efficacy of probiotics in prevention of acute diarrhoea: a meta-analysis of masked, randomised, placebo-controlled trials, in Lancet Infect Dis, vol. 6, nº 6, giugno 2006, pp. 374–82, DOI:10.1016/S1473-3099(06)70495-9, PMID 16728323.

4 Surawicz CM., Role of probiotics in antibiotic-associated diarrhea, Clostridium difficile-associated diarrhea, and recurrent Clostridium difficile-associated diarrhea, in J Clin Gastroenterol, vol. 42, Suppl 2, luglio 2008, pp. S64–70, DOI:10.1097/MCG.0b013e3181646d09, PMID 18545161.

5 Doron SI, Hibberd PL, Gorbach SL., Probiotics for prevention of antibiotic-associated diarrhea, in J Clin Gastroenterol, vol. 42, Suppl 2, luglio 2008, pp. S58–63, DOI:10.1097/MCG.0b013e3181618ab7, PMID 18542041.

6 a b c d Reid G, Jass J, Sebulsky MT, McCormick JK, Potential uses of probiotics in clinical practice, in Clin. Microbiol. Rev., vol. 16, nº 4, ottobre 2003, pp. 658–72, DOI:10.1128/CMR.16.4.658-672.2003, PMC 207122, PMID 14557292.

7 a b Ouwehand AC, Salminen S, Isolauri E, Probiotics: an overview of beneficial effects, in Antonie Van Leeuwenhoek, vol. 82, 1-4, agosto 2002, pp. 279–89, DOI:10.1023/A:1020620607611, PMID 12369194.

8 (EN) Sellars, R.L., in "Acidophilus Products (Therapeutic Properties of Fermented Milks)", Chapman & Hall, London, 2007, pp. 81–116.

9 Marcos A et al, Yogurt cultures plus Lactobacillus casei DN-114 001may act as an Immunomodulator agent, in Eur J Nutr, 2004.

10 Hatakka K, Savilahti E, Pönkä A, et al., Effect of long term consumption of probiotic milk on infections in children attending day care centres: double blind, randomised trial, in BMJ, vol. 322, nº 7298, giugno 2001, p. 1327, DOI:10.1136/bmj.322.7298.1327, PMC 32161, PMID 11387176.

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