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DEGENERAZIONE DELLA RICERCA MEDICA: Lo stato dell'arte in 9 punti

Aggiornamento: 14 ago 2019

Nascimben Andrea




Recentemente sono state descritte alcune delle situazioni che si vengono frequentemente a creare, nelle quali l’obiettività della ricerca e quella dell’informazione scientifica che viene data ai medici ( o che accettano in maniera acritica per interesse personale) può venir messa in pericolo:




1) L’industria spesso non fornisce ai medici un’informazione neutrale e completa, ma un’informazione già indirizzata, creata nei propri uffici, anche se vi è indubbiamente una particolare "predisposizione" culturale e formativa da parte del medico a prescrivere con disinvoltura i farmaci e dunque vi è la tendenza a non approfondire i dati che vengono diffusi dalle farmaceutiche.

2) Le farmaceutiche, controllano e indirizzano la ricerca attraverso i finanziamenti che elargiscono "generosamente" alle Università. Numerosi studi hanno dimostrato che chi riceve contributi economici si sente in dovere di contraccambiare.

3) L’industria, nel 65% dei casi, interrompe ricerche non favorevoli e ne impedisce quasi integralmente la pubblicazione, creando forte distorsione dei dati presenti in letteratura. Se vengono pubblicati solo le risultanze favorevoli, è evidente che una revisione sistematica (una sorta di raccolta dati) si evidenzierà una lettura dati alterata. Con quelle informazioni si andranno poi a redigere le famose "linee Guida", i fari di riferimento per i medici.



4) I farmaci prodotti, sono molto spesso, duplicazioni di prodotti già esistenti (i cosiddetti farmaci metodo) che non presentano vantaggi rispetto ai precedenti già in commercio. L’industria promuove solitamente i medicamenti più recenti e costosi e a tal fine a volte elargisce ai medici vari tipi di “doni” che inducono nei sanitari un atteggiamento incline all’iperprescrizione o alla prescrizione dei farmaci più costosi. Le ricerche effettuate dai medici Francesi di "Revieu Prescrir"mettono in luce che il 76% dei farmaci non è un nuovo ritrovato ma semplicemente la copia di vecchi farmaci già in commercio oppure principi attivi utilizzati per una eventualtà clinica prima e successivamente per altri scopi terapeutici. Il Prof. Garattini è dello stesso avviso.

5) Idati (bruti) delle sperimentazioni clinico-farmacologiche rimangono spesso nelle mani dell’industria e non vengono messi a disposizione dei ricercatori che li hanno prodotti. A questi ultimi i dati vengono forniti soltanto quando sono stati rielaborati dagli uffici statistici delle aziende.


6) l'industria condiziona le maggiori riviste mediche attraverso vari accordi contrattuali( acquisto di quantità particolari di copie della rivista, iscrizioni online,inserzioni pubblicitarie) che inducono l'editoria scientifica a pubblicare preferibilmente notizie (sempre positive) sui farmaci rispetto a ricerche che riguardano prevenzione e aspetti eziologici delle malattie


7) Gli stessi ricercatori sono favorevolmente predisposti a studiare nuovi "ritrovati" (o nuove trovate) farmaceutici perchè consente loro di ottenere molteplici vantaggi: A) potenziare la status di ricercatore affermato, B) ottenere accordi contrattuali contratti economicamente vantaggiosi, C) ottenere fondi per il proprio centro di ricerca (pubblico o privato).



8) I medici che redigono le rassegne o le linee-guida, sovente non sono indipendenti dalle industrie (anche quando firmano la dichiarazione di assenza di conflitti di interesse). Diverse ricerche hanno messo in evidenza stretti rapporti "collaborativi" tra i cossidetti esperti ( Opninion Leaders) e l'industria farmaceutica.

9) Le lobby industriali, tra queste anche quelle farmaceutiche, sono rappresentate all'interno delle istituzioni pubbliche (politica e università).



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