Nascimben Andrea
L'esofagite eosinofila (EoE) è una malattia infiammatoria cronica dell'esofago caratterizzata da un'elevata presenza di eosinofili, all'interno della mucosa che danneggiano la mucosa esofagea, causando infiammazione e alterazioni strutturali.
Nella patogenesi troviamo una risposta immunitaria anomala a determinati antigeni, spesso di origine alimentare e microbica.
Vi è infatti un elevata prevalenza della esofagite , tra coloro che dimostrano già altre condizioni allergiche, come asma, rinite allergica e dermatite atopica.
i sintomi sono svariati e aspecifici ovvero li troviamo nell esofagite ma anche nel normale reflusso gastroesofageo, nella acalasia e in molte malattie autoimmuni , i segni e sintomi sono : Disfagia (difficoltà a deglutire, soprattutto cibi solidi) , Sensazione di cibo bloccato nell'esofago, sensazione di corpo estraneo nell esofago, Bruciore gastrico e Dolore toracico
Capite bene che determinare che è un corredo sintomatologico non legato al reflusso è davvero molto complicato.
Per l’accertamento della Esofagite eosinofila abbiamo l’Endoscopia con biopsie multiple della mucosa esofagea (tipicamente >15 eosinofili per campo ad alto ingrandimento)
A volte , a corredo, si fanno i Test allergologici per le allergie alimentari.
Si ritiene che l'infiammazione prodotta dall’esofagite eosinofila derivi dalla penetrazione nella mucosa esofagea da parte di allergeni del cibo o aero-antigeni con conseguente risposta cellulare di tipo 2 (T h 2) e reazione Eosinofila e che tutto abbia un eziologia da reflusso, ovvero che la risalita dei fumi gastrici lungo l’esofago favorendo il danno della mucosa facilitino l'ingresso di antigeni alimentari e presenti nell’aria.
Ecco è all'interno di questo razionale che vengono prescritti gli IPP oltre al cortisone.
Però è doveroso sottolineare che, l’eziologia da reflusso, si tratta solo di un’ ipotesi poco supportata da una razionale meccanicistico, ( tanto caro alla medina prescrittiva) perché vi sono lavori anche italiani che dimostrano che il REFLUSSO si ASSOCIA ad un incremento della permeabilità (non che la causino), e le conclusioni, di questo lavoro ce lo confermano: (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15743349/) “La dilatazione degli spazi intercellulari è una caratteristica dei pazienti con Reflusso, indipendentemente dall'esposizione all'acido l’esofageo” , pertanto questi pazienti hanno una incremento della permeabilità epiteliale dell esofago indipendente da quanto sono esposti all’acido
Ad oggi le linee guida AGA/JTF per la gestione della Esofagite Eosinofila, raccomandano la terapia con PPI e CORTISONE per i pazienti sintomatici, nonostante vi siamo prove di bassa qualità al suo sostegno di questo approccio come questo recente studio ci suggerisce 7 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8892718/#cit0007
Ad oggi si è in “REMISSIONE” (termine ambiguo e fuorviante ) quando l’esame endoscopico documenta un numero inferiore di 15 Eosinofili per 0,2 mm quadrati , ma capite bene che avere 14 eosinofili non significa affatto aver risolto l’alterazione della mucosa ma soltanto compresso il numero di cellule immunitarie grazie all’uso del cortisone
Per fortuna In questi ultimi anni, si sta facendo largo l'ipotesi che l'aumento della permeabilità sia la conseguenza di un'alterata condizione microbica delle mucose (DISBIOSI)
Con questa ultima lettura eziopatologica diviene assolutame insensato ed anzi controindicato prescrivere farmaci che inibiscono l'acidità gastrica poiché l'alterazione del Ph è uno dei principali fattori che favoriscono in modo significativo il clima disbiotico
All’interno dunque di un razionale DISBIOTICO, quale fattore causativo, è necessario intervenire affinchè si possa ristabilire un corretto equilibrio Microbico all'interno di TUTTO il tratto digerente, e mi piace ricordare che una DISbiosi colica si estenderà nel tempo anche all’intestino Tenue e da qui inevitabilmente si diffonderà anche a livello gastro-esofageo, una condizione che imporrà al sistema neuro-immunitario una immediata risposta infiammatoria ( e non sarà solo Eosinofila, ma anche linfocitaria T).
A questo punto la domanda che ci dovremmo porre è:
MA CHE TIPO DI INTERVENTO POTREBBE RISTABILIRE UN CORRETTO EQUILIBRIO MICROBICO GASTRO-INTESTINALE ?
Lo strumento non può che essere NUTRIZIONALE, ovvero fornire substrati alimentari di cui il microbiota necessita e che hanno accompagnato per millenni la nostra evoluzione
Pensare , al contrario di poter continuare ad "alimentarsi" con cibo industriale, ultra processato e consumare alimenti provenienti da circuiti intensivi non potrà che iniziare, sostenere e poi implementare una profonda disbiosi e a quel punto effettuare una batteria infinita di esami strumentali non cambierà affatto tale condizione,
e stringere il focus su una determinata tipologia cellulare quale responsabile di tutto il quadro patologico gastro-esofageo è un modello non solo fuorviante ma drammaticamente fallimentare, un approccio che, nel tempo, condurrà il paziente verso un infinito vortice di seriali esami e intere batterie di farmaci , una scelta teraputicas che però non potrà mai modificare il terreno biologico disfunzionale.
Per uscire da tale perverso circuito ci vuole CONSAPEVOLEZZA (della forza terapeutica del cibo) e VOLONTA’ (nell’applicare quotidianamente una corretta Nutrizione )
Il sistema biologico non vuole la malattia ed è lì pronto a riprendersi la salute se VOI inizierete a RISPETTARLO
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Buona e SANA Riflessione a tutti ed un
arrivederci al prossimo articolo
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