Nascimben Andrea
Grassi saturi, in condizioni infiammatorie croniche e nei disordini autoimmuni, potenziano l’evento patologico.
Gli acidi grassi dietetici a lunga catena, contenuti nei cibi di provenienza animale (carne, latte e derivati) influiscono direttamente sulle malattie autoimmuni del sistema nervoso centrale, attraverso la modulazione dell'intestino tenue; infiammandolo.
In questo studio viene valutata l’Encefalomielite autoimmune.
Numerose recenti evidenze suggeriscono che l'alimentazione e i metaboliti batterici potrebbero avere un impatto sulla risposta immunitaria sistemica nel contesto di malattia infiammatoria e nelle autoimmunità.
Numerosi dati, dimostrano che gli acidi grassi a catena lunga (LCFA) migliorano la differenziazione e la proliferazione delle cellule T helper 1 (Th1) e / o Th17 ( e dunque innesco infiammatorio), al contrario, gli acidi grassi a catena corta (SCFA) , sia alimentari che prodotti dal metabolismo batterico, hanno la capacità di stimolare la proliferazione delle cellule T regolatorie .
Quest’ultima tipologia cellulare ha la capacità di sintetizzare grandi quantità di citochine ANTinfiammatorie come IL-10, in grado di sopprimere il percorso proinfiammatorio mediato da alcuni enzimi (JNK1 e p38).
Il trattamento con SCFA ha dimostrato di poter ridurre l'Encefalomielite e ridotto il danno delle fibre nervose ( assoni) grazie all’attività delle cellule Treg presenti all’interno della lamina propria. Questi dati dimostrano un impatto dietetico diretto sulle risposte delle cellule Th specifiche dell'intestino, e successivamente specifiche del sistema nervoso centrale nell'autoimmunità, potrebbero avere implicazioni terapeutiche nelle malattie Autoimmuni del sistema nervoso centrale.
Link dello studio originale
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