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PER IL NOSTRO INTESTINO MEGLIO UTILIZZARE FIBRE ALIMENTARI o MENO ?

Aggiornamento: 14 ago 2022

Nascimben Andrea In uno studio fondamentale, De Filippo et al. del 2010, ha dimostrato che la composizione del microbiota intestinale differisce significativamente tra i bambini che vivono in un villaggio rurale africana in Burkina Faso e coloro che vivono in Europa (italia) (1) Il microbiota di bambini in Burkina Faso ha una maggiore quantità di genere Prevotella, minori quantità del genere Bacteroides ed elevati livelli elevati di acidi grassi a catena corta rispetto alla microflora dei bambini europei ed è ciò che si evidenzia anche tra le realtà industrializzate rispetto a quelle rurali (2) Dunque parliamo di una dieta agraria del Burkina Faso, ricca di carboidrati non digeribili (fibre) e proteine vegetali, rispetto la dieta occidentale ad alto contenuto di proteine animali, zucchero, amido, grassi animali e povera di fibre.

I bacteroides possono fermentare ANCHE gli zuccheri semplici ( e relativa produzione di gas) tuttavia le principali fonti di energia per le specie Bacteroides sono i glicani, ovvero le glicoproteine e i glicolipidi presenti sulle membrane cellulari dei grassi e delle proteine animali Dunque un'alimentazione a base di proteine e grassi animali e carboidrati (semplici e complessi altamente digeribili), potenzieranno la diffusione di questo genere che però in cambio non sono in grado di fornirà poi grandi servigi ... Ecco perché diviene passaggio cruciale la riduzione dei carboidrati (zuccheri e amidi) , ma altrettanto fondamentale sarà la riduzione dei grassi e delle proteine animali se vogliamo sfavore specie poco simbiotico per il nostro sistema biologico e contemporaneamente introdurre fibre , che nonostante producano composti gassosi (metano, idrogeno, anidride carbonica) ci forniranno una quantità enorme di metaboliti a noi essenziali.


Un altro dato importante da sottolineare è che l'aumento del consumo di frutta, verdura, legumi , semi e altri cibi vegetali ad alto contenuto di fibre, sono associati ad un aumento della ricchezza dei generi batterici (3,4) In questi studi, l'aumento della ricchezza gene batterico è stato anche associato con la salute umana, mentre una minore biodiversità è stato associato ad 'obesità, insulino-resistenza, dislipidemia e malattie infiammatorie intestinali. Oramai è dimostrato che ciò che mangiamo è in grado di influenzare nel profondo il nostro microbiota, per esempio, il consumo di carboidrati ricchi fibre, è associato con l'incremento di specie come i Methanobrevibacter (5) , un microrganismo in grado di aumentare la produzione di acidi grassi a catena corta attraverso la metabolizzazione dell'idrogeno, un sottoprodotto dei carboidrati nella fermentazione batterica (6). Dunque, alimentandoci con abbondanti fibre, andremo a sostenere i generi simbiotici , i quali produrranno come prodotti di "scarto" sia gli acidi grassi a corta catena (SCFA) che l'idrogeno, un composto gassoso che verrà a sua volta utilizzato da altre specie (Methanobrevibacter), per produrre ulteriori SCFA. Al contrario il microbioma intestinale di persone che si alimentano con diete povere di fibre, ricche di proteine, grassi animali e carboidrati semplici, è associati ad una crescente incidenza di malattie come l'obesità, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica, e di alcuni tumori maligni.

Alla luce di questa breve esposizione, ritengo sia non solo utile, ma assolutamente il ridurre le quantità di carboidrati (semplice e amidacei), così come quella di proteine e grassi animali, sostituendoli con grandi quantità di grassi vegetali .


Le proteine vegetali dovranno essere introdotte invece con gradualità poiché ricche di fibre che come abbiamo detto, sono in grado di generare molta fermentazione, il famoso gonfiore intestinale. ( ma questa volta sarà all'interno di un meccanismo virtuoso....)ù

Non dobbiamo dimenticare che abbiamo una lunghissima storia evolutiva che conta circa 60 milioni di anni dalla comparsa dei mammiferi , 11 milioni dalla comparsa delle scimmie antropomorfe (di cui noi facciamo parte a pieno titolo ) , un lunghissimo periodo nel quale siamo stati fondamentalmente vegetariani prima e frugivori poi,

e solo nell'ultimo 1,6 milioni di anni, abbiamo cominciato a sviluppare la caccia in forma graduale e sporadica, fino all'avvento delle ere glaciali circa 1,2 milioni di anni fa (ovvero fino a divenire necessità di sopravvivenza....) Però Mi piace, altresì ricordare, che la caccia è una pratica che per la maggior parte degli animali (uomo compreso) e in gran parte delle circostanze, non va a buon fine,

obbligando le varie specie del regno animale, a costanti migrazioni territoriali, frequenti restrizioni caloriche e aimè non di rado estinzione per mancanza di cibo..... Ciò che ha salvato l'unica specie sopravvissuta, appartenente al genere Homo, il Sapiens, è stata l'assunzione graduale ma costante degli essenziali omega 3, ritrovati all'interno del pesce, un nutraceutico che ha saputo imprimere un poderoso sviluppo cerebrale.... Ma di questo ne parleremo nella prossima puntata.



Buona SALUTE a TUTTI RispondiInoltra


Bibliografia

1. De Filippo C, D Cavalieri, Di Paola M, et al. Impatto della dieta nel plasmare microbiota intestinale rivelato da uno studio comparativo nei bambini provenienti da Europa e Africa rurale. Proc Natl Acad Sci US A. 2010; 107 : 14.691-6. [ PMC articolo gratis ] [ PubMed ]

2. Arumugam M, Raes J, Pelletier E, et al. Enterotypes del microbioma intestinale umano. Natura. 2011; 473 : 174-80. [ PMC articolo gratis ] [ PubMed ]

3. Cotillard A, Kennedy SP, Kong LC, et al. Impatto intervento dietetico su Gut microbica ricchezza gene. Natura. 2013; 500 : 585-8. [ PubMed ]

4. Le Chatelier E, Nielsen T, Qin J, et al. La ricchezza di microbioma intestinale umano è correlato con i marcatori metabolici. Natura. 2013; 500 : 541-6.

5. Hoffmann C, Dollive S, Grunberg S, et al. Archaea e funghi del microbioma dell'intestino umano: correlazioni con la dieta ed i residenti batteriche. PLoS One. 2013; 8 : e66019. [ PMC articolo gratis ] [ PubMed ]

6. Samuel BS, Gordon JI. Un modello di topo umanizzato gnotobiotic di mutualismo host-archaeal-batterica. Proc Natl Acad Sci US A. 2006; 103 : 10.011-6.




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