Uno studio molto significativo di meta-analisi del Prof. Emanuele Di Angelantonio, dell’Università di Cambridge, ha esaminato i dati provenienti da più di 10,6 milioni di persone coinvolte in 239 studi di grandi dimensioni condotti in 32 paesi per oltre 45 anni.
Ebbene, i risultati dell’analisi hanno mostrato che i partecipanti con un normale Indice di massa corporea (BMI) mostravano il più basso rischio di mortalità prematura (morte prima dei 70 anni).
Andrea Nascimben
Uno studio molto significativo di metaAnalsi del prof. Emanuele Di Angelantonio, dell’Università di Cambridge, ha esaminato i dati provenienti da più di 10,6 milioni di persone coinvolte in 239 studi di grandi dimensioni condotti in 32 paesi per oltre 45 anni.
Ebbene, i risultati dell’analisi hanno mostrato che i partecipanti con un normale Indice di massa corporea (BMI) mostravano il più basso rischio di mortalità prematura (entro i 70 anni)
nel periodo in cui sono stati seguiti.
Il rischio di mortalità è aumentato in modo significativo su tutta la gamma del sovrappeso, con un rischio più elevato del 31% di morte prematura per ogni 5 unità di elevazione del BMI superiore a 25.
Dunque Attività Fisica e Nutrizione dimostrano, dati alla mano, di avere un ruolo determinante nella Prevenzione (e nella stessa Terapia).
Appare sempre più evidente che qualsiasi terapia chimica, sortirà effetti modesti, se ad essa non verranno accompagnati tutti quegli elementi di RIPRISTINO della fisiologia, ovvero "corretta Nutrizione e la regolare Attività Fisica".
L’uomo si è evoluto per almeno 5 milioni di anni, con il MOVIMENTO e non vi è presente in natura alcuna specie animale che non trascorra gran parte del proprio tempo muovendosi.
Nessuna di queste specie può prescindere da questo fattore, e nessuna sostanza chimica può invertire il decorso di un’alterazione organica (malattia) che si è instaurata per il NON RISPETTO della propria fisiologia.
Buona salute a tutti e buon (costante) MOVIMENTO
TUTELA LA TUA SALUTE CON L'INFORMAZIONE
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