Nascimben Andrea
Le statine raramente provocano effetti collaterali immediati: non causano nausea o cattiva digestione e svolgono il loro compito con efficacia.
Durante la metà degli anni 70, l’industria farmaceutica ha promosso una incredibile campagna propagandistica, ingaggiando ricercatori di grido, Agenzie pubblicitarie, Agenzie di stampa, e un'intera classe medica.
Oggi sono trai i farmaci più venduti al mondo.
Oltre 28 milioni di americani oggi assumono Lipitor, la più popolare tra le statine, e i rappresentanti della casa farmaceutica affermano che almeno 36 milioni di americani sono candidati a questa terapia. Quello che ostacola le case farmaceutiche alla diffusione ancor più capillare, sono i casi di effetti collaterali sempre più numerosi che si manifestano soprattutto dopo i primi 10-12 mesi di terapia, mentre i maggiori effetti su lungo e lunghissimo termine non sono purtroppo facilmente dimostrabili.
I più comuni effetti collateralI riconosciutI, sono la riduzione dell’efficienza immunitaria, polineuropatie, deficit cognitivi e di memoria, dolore e debolezza muscolare (definita come Rabdomiolisi, un’alterazione dovuta alla perdita di Coenzima Q10).

Statine polineuropatie e danni muscolari
Le compagnie farmaceutiche insistono nel dire che solo il 10-12% dei pazienti presenta dolori muscolari e crampi, riferendosi a pochissimi studi effettuati su grande scala di pazienti.
Altri studi indipendenti, come quelli realizzati dalla dottoressa Golomb dimostrano che il 83% dei pazienti che assumono Lipitor e un terzo dei pazienti che assume Mevacor soffrono di dolori muscolari (3. Eleanor Laise. The Lipitor Dilemma, Smart Money: The Wall Street Journal Magazine of Personal Business, November 2003).
Secondo le ricerche della dottoressa, i disturbi al sistema nervoso sono effetti collaterali comuni durante l’uso delle statine. Pazienti che fanno uso di statine per due o più anni hanno da 4 a 14 volte più probabilità di sviluppare la polineuropatia idiopatica rispetto a chi non ne fa uso (Statins and the Risk of Polyneuropathy. (www.coloradohealthsite.org/CHNReports/statins_polyneuropathy.html )
Polineuropatia periferica, caratterizzata da debolezza, formicolio, dolori alle mani, ai piedi, stanchezza precoce nel camminare è un'altro effetto collaterale molto diffuso tra gli utilizzatori del farmaco.
Un gruppo di ricercatori hanno studiato 521.000 cittadini danesi (circa il 9% della popolazione di quel Paese) e hanno scoperto che le persone che assumevano le statine, avevano un rischio di sviluppare una polineuropatia maggiore del 65% rispetto ai non utilizzatori (Gaist D and others. Neurology 2002 May 14;58(9):1321-2)
Nelle persone che assumono dosaggi alti per lunghi periodi i danni ai nervi possono essere irreversibili e rimanere anche dopo la sospensione dei farmaci.
Le persone che soffrono di neuropatia, fibromialgia, problemi di coordinamento motorio e stanchezza dovrebbero indagare anche se il loro colesterolo è troppo basso e se hanno una carenza di Coenzima Q10, tra le possibili cause (4)
Questo pericoloso fenomeno, ha incrementato notevolmente i casi di insufficienza cardiaca ( l'I.C. è caratterizzata dalla ridotta contrattilità del miocardio), in questi ultimi 20 anni, effetti che inducono i medici a prescrivere farmaci per il sistema cardiovascolare, come anti aritmici, simpatico mimetici, betabloccanti, ecc.
Un paradigma farmaceutico, purtroppo ben rodato e capillarmente organizzato: somministro un farmaco, che genererà inevitabilmente degli effetti avversi, ai quali risponderò prescrivendo altri farmaci. IL RAZIONALE CREDO NON SIA QUELLO DI CURARE IL PAZIENTE MA DI SOMMINISTRARGLI IL QUANTITATIVO PIU ALTO POSSIBILE DI FARMACI.
Il Coenzima Q10, è un enzima fondamentale nella catena di trasporto degli elettroni. Senza questo COenzima i mitocondri sono impediti nel produrre energia, le conseguenze una PROGRESSIVA PERDITA DI MITOCONDRI.
La stessa funzionalità della cellula muscolare e nervosa è messa a dura prova a causa di livelli di energia insufficienti.

Questo comporta:
1) Danni alle fibre muscolari del miocardio, con maggiori casi di insufficienza cardiaca
2) Danni ai muscoli scheletrici
3) Diversi altri squilibri biochimici (Langsjoen PH. The clinical use of HMG Co-A reductase inhibitors (statins) and the associated depletion of the essential co-factor coenzyme Q10: a review of pertinent human and animal data. www.fda.gov/ohrms/dockets/dailys/02/May02/052902/02p-0244-cp00001-02-Exhibit_A-vol1.pdf )
Il cardiologo Peter Langsjoen ha studiato 24 pazienti con funzionalità cardiaca completamente normale. Dopo sei mesi di assunzione di 20 mg di Lipitor al giorno, due terzi dei pazienti presentavano anormalità nella fase di riempimento del cuore. Questo malfunzionamento è causato dalla carenza di Q10, del resto è cosa nota l'elevata sensibilità del cuore ai disturbi dell'approvvigionamento energetico (Eleanor Laise. The Lipitor Dilemma, Smart Money: The Wall Street Journal Magazine of Personal Business, November 2003. Langsjoen PH. The clinical use of HMG Co-A reductase inhibitors (statins) and the associated depletion of the essential co-factor coenzyme Q10: a review of pertinent human and animal data.)
Alcuni ricercatori sostengono che la carenza di Coenzima Q10 diventerà progressivamente un problema, man mano che le compagnie farmaceutiche incoraggeranno i medici ad abbassare sempre di più i livelli di colesterolo dei propri pazienti.
Statine e aspetti congnitivi
Uno studio condotto all’Università di Pittsburgh ha mostrato che pazienti in trattamento con le statine per sei mesi erano sensibilmente meno capaci di risolvere dei test di abilità psicomotoria rispetto a persone che non assumevano i farmaci (Muldoon MF and others. Am J Med 2000 May;108(7):538-46.)
La dottoressa Golomb ha scoperto che il 15%-20%, dei pazienti che assume le statine sviluppa effetti collaterali di tipo cognitivo (22). Il più straziante è l’amnesia globale transitoria — una completa perdita della memoria per un breve o lungo.
Statine e cancro
In ogni studio condotto fino ad oggi su roditori, le statine si sono dimostrate cancerogene (25).
Ci verrebbe da chiedere, perché non si è visto la stessa drammatica correlazione anche negli studi sugli uomini? Semplicemente perché il cancro ci mette molti anni a manifestarsi e gli studi sulle statine non durano più di 2-3 anni.
Tuttavia in uno studio, (lo studio “CARE”), l’incidenza dei tumori al seno tra coloro che assumevano una statina aumentò del 150% (26). Nello studio “The Heart Protection Study”, si manifestarono tumori della pelle (escluso il melanoma) in 243 pazienti che assumevano la simvastatina rispetto ai 202 casi registrati nel gruppo controllo (che non assumeva il farmaco) (27).
I meccanismi che inducono al cancro, non sono del tutto definiti, anche se si ipotizza uno spostamento dell'attività metabolica verso la glicolisi (metabolismo preferenziale delle cellule neoplastiche) poichè l'utilizzo delle statine porta verso ad una progressiva distruzione delle strutture mitocondriali, riducendo significativamente le attività ossidative.
Statine e Sistema Immunitario
I produttori delle statine hanno riconosciuto che questi farmaci deprimono il sistema immunitario (effetto che può facilitare il cancro e a malattie infettive), suggerendone l’impiego nelle artriti e, come immunosoppressore, nei pazienti trapiantati (28).
Molti medici sono convinti — e cercano di convincere i propri pazienti — che i benefici delle statine di gran lunga superano gli effetti collaterali. Possono citare un certo numero di studi in cui l’uso delle statine ha ridotto le morti da patologia coronarica nei soggetti che ne facevano uso rispetto a chi non assumeva questi farmaci.
Ma, come ha sottolineato il Dr Ravnskov nel suo libro "The Cholesterol Myths" (31), i risultati dei quattro principali studi il “4S”, il “WOSCOPS”, il “CARE”, e il “LIPID” — in generale hanno mostrato modeste differenze di eventi cardiovascolari fatali e non fatali, statisticamente insignificant, nell’ordine del 1-3 % rispetto a chi non faceva uso ma soprattutto erano indipendenti tra incidenti cardiovascolari e i livello di colesterolo.
In altre parole significa che quel 1-3 % di soggetti che avevano eventi cardiovascolari solo metà risultavano avere il colesterolo alto, l’altra metà registrava un evento cardiovascolare con valori nella nome di colesterolo
Il Dott. Ravnskov infatti sotolinea: “ i casi di infarti fatali e non fatali avvenuti sia nel gruppo placebo che nel gruppo controllo, non erano legati ad elevati livelli di Colesterolo".
UN APPELLO CONCLUSIVO:SIATE CURIOSI E NON ABBIATE CIECA FIDUCIA, le Farmaceutiche ad oggi sono riuscite a controllare gli esiti degli studi con un'abile operazione statistica e di profonda disinformazione capillare della classe medica, una categoria purtroppo poco incline a verificare i dettagli dei dati di ricerca, per pigrizia, per poco tempo disponibile, per formazione accademica, per cieca "fiducia" nei confronti degli "esperti".
Gli esperti, i professoroni definiti anche con una definizioe anglosassone, come "Opinion Leaders", ovvero coloro che trovate a dirigere le cattedre di medicina, rivestire posti in strutture ospedaliere in qualità di primari, le stesse figure che frequentemente vengono intervistate nelle rubriche televisive di "salute" costruite ad arte per il solito ignaro consumatore, e che immancabilmente dichiarano a gran voce che "bisogna prendere i farmaci perchè il metodo scientifico vuole questo".
Tutti "esperti" che immancabilmente omettono di:
1-raccontare quanto strette e profittevoli siano le loro collaborazioni "scientifiche" con l'industria
2-dimenticano di riconoscere quanto i medici siano formati ad HOC per prescrivere farmaci e a NON CURARE ne ad anticipare le malattie
3-sono molto accorti a non far trapelare all'opinione pubblica che le farmaceutiche sono in pianta stabile all'interno delle facoltà di medicina da almeno 40 anni e che hanno fornito il loro "disinteressato" apporto affinchè si stilassero nuovi iter formativi per gli studenti.
Ma questa è un'altra storia.
Diffidate delle farmaceutiche e scegliete percorsi seri e virtuosi di salute.
Parte della comunità medica (per fortuna non tutta), si affanna a dire che la soluzione alle malattie e all'ipercolesterolemia, sono le sostanze chimico-farmaceutiche, ma abbiamo esperienze cliniche personali e dati epidemiologici significativi che ci dicono che non è affatto come ci vogliono far credere .
Le soluzioni vi sono, basta conoscerle.
link utili
Condividi Liberamente questo Post
Aiutaci a fare informazione
Comments