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TIROIDITE DI HASHIMOTO E DISBIOSI

Aggiornamento: 2 ott 2019

Nascimben Andrea





Circa due terzi della comunità commensale microbica umana, in particolare il microbiota intestinale, è ospitato dal tratto gastrointestinale che rappresenta la più grande interfaccia dell'organismo con l'ambiente esterno.





Questa comunità microbica si è evoluta, nel corso di milioni di anni, in una relazione simbiotica con gli esseri umani. Prove crescenti supportano l'idea che il microbiota svolge un ruolo significativo nel mantenimento dell'omeostasi nutrizionale (elaborazione dei composti alimentari) , metabolica (peso e sovrappeso) e immunologica (malattie) nell'ospite.


Infatti, il microbiota, oltre al ruolo atteso nel mantenimento dell'omeostasi gastrointestinale, esercita anche funzioni metaboliche nella digestione e nell'assorbimento dei nutrienti, nella disintossicazione e nella sintesi delle vitamine (Vit. B e K2).


Il microbiota intestinale è anche la chiave per il corretto sviluppo del sistema linfoide, il 70% dei quali risiede a livello intestinale (GALT).



Studi disponibili, sia in modelli animali (murini) che umani, hanno mostrato un rapporto alterato tra i diversi phyla batterici rispetto ad un microbiota intestinale "normale", in una serie di diversi disturbi tra cui l'obesità, i disordini autoimmuni e per certi versi le malattie degenerative.


Infatti, queste variazioni nella composizione del microbiota intestinale, nota come disbiosi , è stata anche descritta in pazienti portatori in molte malattie autoimmuni , soprattutto quelle intestinali (Celiachia, morbo di Crhon, retto-colite) diabete mellito di tipo 1, sclerosi sistemica e lupus eritematoso sistemico.


Anche nella Tiroidite di Hashimoto (la malattia autoimmune più frequente in tutto il mondo) , gli ultimi dati ci suggeriscono questa relazione, ovvero l'influenza reciproca con microbiota intestinale e tiroide.


L'intera omeostasi periferica della tiroide può essere sensibile ai cambiamenti del microbiota, sviluppo e decorso della stessa malattia possono essere significativamente influenzate da una composizione microbica intestinale (disbiosi ).


Appare evidente, nella Tiroidite, come in qualsiasi altra malattia autoimmune, l'incremento della permeabilità intestinale e dunque la minor capacità, da parte dell'epitelio, di essere tessuto selettivo.


Oltre alle alterazioni della barriera , vi si associano sempre modificazioni dell'assetto immunitario con una prevalenza sempre maggiore di cellule e molecole PROinfiammatorie.

Una risposta efficacie all'evoluzione della malattia, si dimostra, anche in questo caso l'adozione (in pianta stabile) di un piano nutrizionale orientato al ripristino della normale omeostasi microbiotica, immunitaria ed epiteliale.




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